Huw Lemmey, Lingua ignota

Huw Lemmey, Lingua ignota

[pseudoarchivio Facebook, post del 21.08.2023]

Il 13 settembre è in libreria, per Timeo, un'altra traduzione che ho fatto durante l'anno passato - Lingua Ignota di Huw Lemmey, una variazione sulla vita e le visioni di Ildegarda di Bingen con due scritti di Bhanu Kapil e Alice Spawls. In un certo senso è legata e conseguente all'altra mia traduzione uscita due mesi fa: Contagio Sociale del collettivo 闯 Chuang.

Non è stato facile confrontarsi con un testo letterario dopo una traduzione di saggistica politica: cambiano le carte in tavola del gioco di tradimento della traduzione - dall'operazione di continuo appianamento stilistico, con l'obiettivo raggiungere il punto di maggiore comprensibilità possibile, al gioco di inseguimento con la forma e con i dislivelli (stilistici, qualitativi - talvolta da salvare i cedimenti, a volte gettare la spugna nell'impossibilità di trovare una soluzione altrettanto ficcante). Ho trovato buona la qualità letteraria del testo, e in questo senso sono stato anche un po' triste nel constatare come in lingua inglese sia possibile scrivere un buon romanzo che tratti di politica; meglio ancora un romanzo che sta in allegoria e in metafora - ricordando quindi il senso estetico proprio della letteratura - senza diventare un gioco a chiave impossibile.

Vorrei tornare un attimo al confronto con Contagio Sociale. In entrambi i casi il tema è il disastro ambientale e la gestione militarizzata della popolazione per fronteggiarne le conseguenze. In entrambi i casi, la repressione di Stato a tutela dell'ordine sociale capitalistico è presentata come una manifestazione di un inaffrontabile, ineffabile e onnipotente divinità che cala con la forza dell'apocalisse. In entrambi i casi, vengono indicate delle vie di fuga: negli interstizi della gestione pandemica con delle staffette di solidarietà o nella fuga dalla città militarizzata da forze dell'ordine angeliche biblicamente accurate e dotate di mille occhi.

闯 Chuang invita a seguire le linee di fuga che si danno nell'organizzazione spontanea, in vista della costruzione di movimenti di massa e di un'organizzazione politica più efficiente dentro e contro lo sviluppo capitalistico metropolitano, con l'obiettivo di far crollare l'intero edificio di Stato e Capitale. Lemmey indica la via della diserzione, nella forma di un'ascesi mistica che nel collasso ambientale trova la soluzione al crollo del sistema che lo genera. Sono, credo, le due macro-opzioni politiche di classe che si confrontano sul piatto da almeno trent'anni: il tentativo di ripresa dell'azione e organizzazione di classe a confronto con un'escalation di caos sistemico che rende sempre più complicato l'assemblaggio; la diserzione crollista e l'attesa o accelerazione del collasso. Sono contento di aver fatto questi due lavori in fila, che in modo imprevisto si sono rivelati reciproci. E quindi grazie a Corrado Melluso che mi mise in mano questa assurda theory-fiction nella serafica sicurezza che me la sarei goduta, e ad Assunta Martinese che mi ha rassicurato che sì, la traduzione funzionava nonostante i pugni nello stomaco del periodo non proprio adatto a tradurre un romanzo disperato.

Dateci un'occhiata.